10.01.2025
Nel panorama della progettazione architettonica contemporanea, le scale a sbalzo rappresentano una delle soluzioni più ricercate per chi desidera coniugare funzionalità e linguaggio estetico minimale. Questi sistemi di collegamento verticale, definiti anche autoportanti, si distinguono per l’apparente assenza di struttura di supporto visibile, dando vita a un effetto sospeso che valorizza la leggerezza e la pulizia delle linee. Proprio per questo, l’integrazione architettonica delle scale a sbalzo va pianificata con grande attenzione sin dalle fasi preliminari del progetto, tenendo conto non solo degli aspetti strutturali, ma anche delle normative vigenti in materia di sicurezza e portata statica.
Il funzionamento statico di una scala a sbalzo si basa su un sistema in cui ciascun gradino viene ancorato direttamente a una parete portante, senza la necessità di una struttura visibile di sostegno sottostante. Ogni pedata agisce come una mensola che trasferisce il carico alla muratura attraverso un sistema di ancoraggi interni, generalmente costituiti da piastre in acciaio ad alto spessore o telai metallici saldati. Questo meccanismo impone un attento calcolo dei carichi e una verifica accurata della capacità portante della parete d’appoggio, soprattutto in presenza di murature non tradizionali o elementi in cartongesso rinforzato.
Il fissaggio dei gradini può avvenire tramite tasselli chimici strutturali o staffe saldate su piastre predisposte, con elementi integrati nella muratura durante la fase di getto. I carichi di esercizio di una scala a sbalzo sono spesso compresi tra 200 e 400 kg/m², valore che può variare in funzione del tipo di utilizzo (abitativo o commerciale) e delle normative tecniche locali. È essenziale che la parete sia realizzata in calcestruzzo armato o laterizio pieno, oppure rinforzata con profili metallici continui in caso di contropareti in cartongesso. In quest’ultimo scenario, si impiega una struttura secondaria in acciaio ancorata a pavimento e soffitto per trasferire i carichi in modo corretto.
I gradini delle scale a sbalzo possono essere realizzati in una vasta gamma di materiali, ciascuno con caratteristiche tecniche e prestazionali differenti. I più diffusi sono legno massello, vetro strutturale stratificato, pietra naturale e acciaio verniciato o inox. La scelta del materiale non è soltanto estetica, ma incide direttamente sul peso proprio del gradino, sul sistema di ancoraggio e sulle esigenze di manutenzione. Il legno, ad esempio, offre una percezione di calore visivo e può essere lavorato in spessori standard tra 60 e 80 mm, garantendo resistenza e rigidità. Al contrario, il vetro richiede spessori maggiori e utilizza sempre vetro stratificato temperato con intercalari strutturali tipo SentryGlas®.
Una soluzione molto diffusa, soprattutto in ambito residenziale, prevede l’impiego di gradini con anima in acciaio, completamente rivestiti da materiali estetici. In questo caso, la parte strutturale del gradino è un profilo scatolato in acciaio saldato a una piastra portante, invisibile a montaggio ultimato. Il rivestimento può essere in legno, pietra o resina, garantendo continuità estetica con gli altri elementi dell’ambiente. Questa tecnologia consente una personalizzazione elevata mantenendo ottime prestazioni statiche, anche con spessori ridotti e design lineari.
In molte configurazioni, la ringhiera non è solo un elemento di protezione ma può assolvere anche a una funzione portante. Le ringhiere strutturali in vetro stratificato o acciaio inox contribuiscono alla stabilità dell’intera scala, soprattutto quando i gradini non sono fissati direttamente alla parete su tutta la lunghezza. Il vetro utilizzato deve rispettare le norme EN 12600 e UNI 7697, e avere spessori tra 10+10 mm con intercalari di tipo strutturale. È fondamentale che la ringhiera sia certificata per resistere a spinte orizzontali superiori a 200 N/m, come previsto dalle normative per luoghi di pubblico passaggio o per ambienti con presenza di bambini.
Quando si opta per un parapetto in vetro continuo, è necessario integrare sistemi di fissaggio certificati che consentano di scaricare i carichi direttamente sulla soletta o sul profilo metallico della scala. Le staffe di bloccaggio a U o a L devono essere dimensionate con precisione e realizzate in acciaio inox AISI 316 per garantire durata e sicurezza. Le lastre in vetro vengono trattate con tempratura termica e incollate con intercalari ad alta adesione che impediscono la delaminazione nel tempo. È spesso previsto anche un trattamento antiscivolo sulle porzioni calpestabili per migliorare la sicurezza in caso di umidità o condensa.
Una volta installata la struttura, la fase di finitura diventa centrale per definire l’identità visiva della scala. I rivestimenti dei gradini e della parete di appoggio possono essere in cartongesso ignifugo, boiserie lignea, resina cementizia o lamiera verniciata, a seconda dello stile ricercato. Oltre alla valenza estetica, questi rivestimenti servono a proteggere gli elementi strutturali da urti, polvere e umidità. Le finiture devono essere compatibili con i movimenti termici dei materiali portanti e consentire ispezioni periodiche degli ancoraggi, soprattutto in contesti dove la scala è esposta a forti variazioni di temperatura o umidità ambientale.
Per realizzare correttamente una scala a sbalzo, è fondamentale valutare attentamente la tipologia di struttura:
Il rivestimento finale – in cartongesso, boiserie o resina cementizia – ha la funzione di nascondere la struttura tecnica e valorizzare l’effetto visivo sospeso, creando un risultato architettonico pulito e contemporaneo.